di Barbara Illi
Istituto di Biologia e Patologia Molecolari, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBPM-CNR), c/o Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”, Sapienza Università di Roma
Indice dei contenuti
- La pandemia
- La comunicazione ai tempi della COVID-19
- La scienza è questione di tempo
- Il portale “SARS-CoV-2: frontiere della ricerca”
Bibliografia
La pandemia
Dal 1918 al 1920, una pandemia di un ceppo particolare di influenza H1N1 ha causato 50 milioni di morti, contagiando 500 milioni di persone in una popolazione di due miliardi di persone. A oggi, questa rimane la peggior pandemia che il genere umano abbia sperimentato, superando la peste nera del XIV secolo. La COVID-19 (COronaVirus Disease 2019) avrebbe probabilmente conquistato il primo posto, se fosse accaduta anche solo venti anni fa. Infatti, l’attuale pandemia si è scontrata con gli eccezionali avanzamenti della scienza degli anni più recenti, in termini di conoscenze nel campo della biologia molecolare, delle metodologie molecolari, delle analisi su larga scala (highthroughput) e mediante screening virtuali, grazie alla bioinformatica e alla modellistica computazionale, che hanno contribuito a identificare, classificare, trattare e limitare rapidamente l’ulteriore diffusione dell’agente eziologico della COVID-19: il virus chiamato SARS-CoV-2 (SARS-CoronaVirus-2).
La comunicazione ai tempi della COVID-19
Da gennaio 2020, sono stati pubblicati più di 30 000 articoli scientifici sul SARS-CoV-2 e la pandemia correlata. Questo è stato il più grande sforzo che la comunità scientifica abbia mai fatto nel più piccolo lasso di tempo. A ogni modo, il fluire di informazioni corrette e affidabili ha spesso fronteggiato interpretazioni scorrette o persino il negazionismo. Perciò, la scienza è stata, ed è ancora, in prima linea, in una guerra in cui il virus SARS-CoV-2 non è il solo nemico. La corretta comunicazione è ancora una sfida per gli scienziati. I mass media e i social networks hanno avuto un’enorme responsabilità nel determinare la percezione della pandemia, fornendo informazioni a volte essenziali, a volte fuorvianti, a volte persino dannose.
In alcuni Paesi, la stampa ufficiale ha minimizzato la gravità della situazione, portando a uno scarso rispetto delle norme di contenimento e questo ha avuto un costo in termini di vite umane. In alcuni casi, l’informazione è stata distorta o addirittura avversata dai leader politici.
D’altro canto, l’assenza di revisione di molti lavori scientifici e lo scarso controllo dei dati inviati per la pubblicazione ha, in alcuni casi, fornito informazioni scorrette. Normalmente, il processo che porta alla pubblicazione di un articolo scientifico procede attraverso diverse fasi di revisione. Per prima cosa, deve essere accettato dal responsabile editoriale della rivista scientifica a cui è sottoposto. Quindi, una serie di ricercatori esterni al lavoro (revisori) controlla i dati sperimentali, se sono esposti in modo chiaro e se rimangono delle questioni aperte, spesso chiedendo di condurre ulteriori esperimenti che confermino i dati. Quindi, la pubblicazione di un articolo scientifico può richiedere diversi mesi (anche anni, in alcuni casi). Durante questa pandemia, in via eccezionale, alcune riviste hanno pubblicato dei dati prima che venissero rivisti e approvati da revisori, per fornire in tempi rapidi il maggior numero di informazioni disponibili sulla pandemia, dato il suo enorme impatto sulla salute pubblica, la società e l’economia. Questo ha portato, appunto, a pubblicare anche dati che necessitavano di ulteriori verifiche. L’esempio più eclatante è “il caso idrossiclorochina”. Lancet, una delle riviste scientifiche a più alto Impact Factor, è stato costretto a ritirare una pubblicazione relativa a uno studio clinico sull’idrossiclorochina, poiché i dati forniti dall’azienda incaricata di trattare, fornire, analizzare e riportare le informazioni e l’esito clinico dei pazienti non erano affidabili e verificabili1. Questo evento ha ulteriormente enfatizzato le necessità impellente di trasmettere informazioni scientifiche controllate, valide e certe.
La scienza è questione di tempo
Durante il primo periodo dell’epidemia di COVID-19, gli scienziati erano considerati “salvatori” dall’opinione pubblica. La corsa alle cure e al vaccino ha fatto riporre grandi speranze in una rapida risoluzione della pandemia. In effetti, col passare del tempo, la comprensione del meccanismo patogenico del virus e il miglior controllo e trattamento delle condizioni cliniche dei pazienti ha portato a una riduzione del numero dei ricoveri e dei pazienti ammessi nelle terapie intensive. Tuttavia, agli avanzamenti clinici e scientifici non ha fatto subito seguito un arresto completo dell’epidemia né all’abolizione completa delle misure di contenimento che limitano la libertà individuale, cambiando il nostro stile di vita e la nostra socialità. Perciò, sono sorti un certo scetticismo e dubbi nei riguardi del lavoro dei ricercatori di tutto il mondo. A questo proposito, è importante sottolineare che i risultati scientifici che sono stati ottenuti in questi pochi mesi, di solito richiedono anni per essere raggiunti. La maggior parte delle attuali sperimentazioni cliniche, che testano terapie e vaccini candidati, sono contrassegnati dalla sigla EUA, cioè autorizzazione per uso di emergenza (Emergency Use Authorization). Tuttavia, questo tipo di informazioni, che testimoniano quale grande lavoro scientifico venga fatto per passare dal bancone di laboratorio al letto del paziente, raramente circolano.
Il portale “SARS-CoV-2: frontiere della ricerca”
Dall’inizio della pandemia, sono nate molte piattaforme virtuali dedicate alla COVID-19. Ne sono esempi l’Elsevier Covid-19 resource, l’ERA corona platform, il Covid-19 Data Portal e, su tutte, le risorse web dell’Istituto nazionale per la salute degli Stati Uniti (National Institute on Health; NIH), nei siti nih.gov/coronavirus ed ncbi.nlm.nih.gov/sars-cov-2. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, questi strumenti sono poco accessibili, per la complessità dei contenuti, al pubblico generale.
Il portale SIBBM/Zanichelli SARS-CoV-2: frontiere della ricerca nasce con lo scopo di soddisfare la necessità di chiare informazioni riguardo a SARS-CoV-2 e COVID-19. Grazie al contributo di scienziate e scienziati italiani, appartenenti a diverse discipline, il portale è stato progettato in particolare per il pubblico universitario, ma è indirizzato a tutte quelle persone che hanno bisogno e desiderano una fonte affidabile di informazioni, riportate, per quanto possibile, in un linguaggio non tecnico.
Partendo dalle origini e dalla biologia molecolare del virus, arrivando alle sue manifestazioni cliniche, attraversando le sue caratteristiche epidemiologiche, per arrivare all’impatto psicologico e sociale della pandemia, il portale fornisce una visione d’insieme del mondo di SARS-CoV-2/COVID-19 e di come abbia cambiato le nostre vite.
Pingback: Così il coronavirus tenta (ogni istante) di aggirare i vaccini – CV19. Solutions
Pingback: Così il coronavirus tenta (ogni istante) di aggirare i vaccini